Un esercito di sieropositivi ignari della propria condizione: sono 40 mila gli italiani contagiati dall'Hiv che non sanno di esserlo.
Finiti nella rete del virus per il rapporto di una sera con un partner sconosciuto, si trasformano in 'untori'.
A loro gli infettivologi imputano fino al 75% delle nuove infezioni. «Il problema è che nessuno fa il test. Neanche dopo un comportamento a rischio come un rapporto occasionale o di ritorno da un viaggio in una delle mete del 'turismo sessuale'.
Perché, soprattutto oggi, non si percepisce la pericolosità di queste leggerezze», avverte l'infettivologo Mauro Moroni, presidente di Anlaids Lombardia, ieri a Milano a margine della premiazione dei vincitori del concorso indetto da Milanocontrolaids (le associazioni milanesi attive su questo fronte), con il patrocinio del Comune (assessorato alla Salute), per individuare un'idea con cui invitare i cittadini a fare il test dell'Hiv.
In Italia, ricorda l'esperto, il numero delle nuove infezioni che si registrano in un anno è sceso dalle 18-20 mila dei primi anni '80 alle circa 4 mila di inizio 2000. «Ma resta uno zoccolo duro di casi che non si riesce a scalfire e che anzi da alcuni anni tende a espandersi. Oggi, infatti, si stima che le nuove infezioni siano risalite intorno a quota 6 mila», avverte Moroni.
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