Il federalismo sanitario non puo' essere applicato alle vaccinazioni: virus e batteri, infatti, non si fermano davanti ai confini regionali. Per questo sono necessarie strategie nazionali. Lo affermano i 'camici bianchi' della Societa' italiana di pediatria (Sip), riuniti a Napoli per il loro 60.mo congresso, ricordando che le malattie infettive restano il problema pediatrico piu' rilevante e la principale causa di ricovero in ospedale per bambini e adolescenti. ''In Italia, pero', la strategia vaccinale e l'assistenza sanitaria offerta sono eterogenee e inadeguate'', spiegano i medici.
''Non vogliamo entrare nel merito politico della vicenda - afferma Giuseppe Saggese, presidente della Sip - ma il federalismo sanitario applicato alle vaccinazioni e' un non senso scientifico. Non esistono confini regionali che possono fermare un'infezione''. E cosi' con 20 regioni, ciascuna con una propria politica vaccinale, si rischiano ''conseguenze pericolose per la diffusione delle malattie infettive''. Non solo. Il pericolo e' anche una ''comprensibile confusione nelle famiglie che non capiscono perche' contro una malattia ci si debba vaccinare in una regione e non in un'altra. Anzi, peggio, anche nella stessa regione, Asl differenti possono proporre strategia vaccinali differenti''.
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